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Stefano Manzo
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La Fontana marmorea della Terrina, si trova si trova nel centro storico di Roma, Rione VI (Parione), in Piazza della Chiesa Nuova.
Venne commissionata dal Papa Gregorio XIII Boncompagni (papato 1572 - 1585) su progetto di Giacomo della Porta e fu realizzata alla fine del XVI secolo e inizialmente posta nella popolare Piazza de’ Fiori.
Originariamente era composta solo della parte inferiore, poi in conseguenza della sporcizia della quale si riempiva a causa del mercato presente nella Piazza, venne “chiusa” con una copertura in travertino, che la rende simile ad una zuppiera d’altri tempi (da cui il termine regionale Terrina, con il quale viene chiamata).
Nel 1889, la fontana fu smontata e posta nei magazzini comunali, per far posto nella Piazza alla suggestiva statua di Giordano Bruno.
Negli anni ‘20 del XX secolo venne riassemblata nella posizione odierna, in una insolita sede più bassa rispetto al livello stradale, che purtroppo non la fa apprezzare nel giusto modo.
Nel 1999 ha avuto un restauro in occasione del Giubileo del 2000.
Venne commissionata dal Papa Gregorio XIII Boncompagni (papato 1572 - 1585) su progetto di Giacomo della Porta e fu realizzata alla fine del XVI secolo e inizialmente posta nella popolare Piazza de’ Fiori.
Originariamente era composta solo della parte inferiore, poi in conseguenza della sporcizia della quale si riempiva a causa del mercato presente nella Piazza, venne “chiusa” con una copertura in travertino, che la rende simile ad una zuppiera d’altri tempi (da cui il termine regionale Terrina, con il quale viene chiamata).
Nel 1889, la fontana fu smontata e posta nei magazzini comunali, per far posto nella Piazza alla suggestiva statua di Giordano Bruno.
Negli anni ‘20 del XX secolo venne riassemblata nella posizione odierna, in una insolita sede più bassa rispetto al livello stradale, che purtroppo non la fa apprezzare nel giusto modo.
Nel 1999 ha avuto un restauro in occasione del Giubileo del 2000.
Il Portico dei Leoni si trova nel Quartiere III (Pinciano) a Roma all’interno di Villa Borghese, in Viale Fiorello La Guardia adiacente al Museo Carlo Bilotti (l’ex Aranciera di Villa Borghese).
Il Portico è stato realizzato in due momenti diversi, iniziato alla fine del XVIII secolo da Antonio Asprucci e completato agli inizi del XIX secolo da Luigi Canina, la composizione risulta nel suo insieme molto scenografica, probabilmente in quanto si avvale di diversi elementi e di epoche e utilità diverse.
Nella zona antistante, immersa in un giardino molto curato, spicca una grande vasca ovale con il bordo arrotondato e quasi a fior di terra, con al centro una piccola roccia, dalla quale zampilla, un ragguardevole getto d’acqua (non di poco conto, poiché spesso invece incontriamo fontane ormai “asciutte”).
A pochi metri, invece si trovano quattro leoni accovacciati su delle basi rettangolari, in marmo ornate ai lati con riccioli a mo’ di onde del mare, i leoni sono allineati fra di loro, e richiamano lo stile egizio e la loro diposizione divide in tre parti una larga scalinata di solo quattro gradini, da una piccola cannella inserita nella loro bocca fuoriesce dell’acqua che si riversa in un piccolo catino, semicircolare, anch’esso ornato.
Per finire troviamo il monumentale portico che funge da skyline dell’opera, è composto da tre archi a tutto sesto, divisi da colonne con capitelli corinzi, l’edificio attualmente funge da Antiquarium, contenendo al suo interno, diversi elementi archeologici.
Anche alle due estremità del portico sono presenti due elementi archeologici di Roma antica, specialmente interessante è quello posizionato sulla sinistra, con nella parte superiore un bassorilievo, entro una nicchia e ornamenti floreali ai lati.
Il Portico è stato realizzato in due momenti diversi, iniziato alla fine del XVIII secolo da Antonio Asprucci e completato agli inizi del XIX secolo da Luigi Canina, la composizione risulta nel suo insieme molto scenografica, probabilmente in quanto si avvale di diversi elementi e di epoche e utilità diverse.
Nella zona antistante, immersa in un giardino molto curato, spicca una grande vasca ovale con il bordo arrotondato e quasi a fior di terra, con al centro una piccola roccia, dalla quale zampilla, un ragguardevole getto d’acqua (non di poco conto, poiché spesso invece incontriamo fontane ormai “asciutte”).
A pochi metri, invece si trovano quattro leoni accovacciati su delle basi rettangolari, in marmo ornate ai lati con riccioli a mo’ di onde del mare, i leoni sono allineati fra di loro, e richiamano lo stile egizio e la loro diposizione divide in tre parti una larga scalinata di solo quattro gradini, da una piccola cannella inserita nella loro bocca fuoriesce dell’acqua che si riversa in un piccolo catino, semicircolare, anch’esso ornato.
Per finire troviamo il monumentale portico che funge da skyline dell’opera, è composto da tre archi a tutto sesto, divisi da colonne con capitelli corinzi, l’edificio attualmente funge da Antiquarium, contenendo al suo interno, diversi elementi archeologici.
Anche alle due estremità del portico sono presenti due elementi archeologici di Roma antica, specialmente interessante è quello posizionato sulla sinistra, con nella parte superiore un bassorilievo, entro una nicchia e ornamenti floreali ai lati.
Statua in marmo di Carrara eseguita nel 1905 dallo scultore Lucien Pallez (il nome dello scultore e la data sono riportati alla base del monumento, sul lato dove è posizionato il leone).
Nel complesso risulta una bella composizione, dove lo scrittore, si trova raffigurato in piedi su un ceppo, con il viso in una posa che fa pensare ad un momento di meditazione, la mano destra sorregge una Cetra, mentre la sinistra è in parte infilata nella giacca (posa simile a quella con la quale viene raffigurato spesso Napoleone Bonaparte), ai suoi piedi sono visibili delle catene spezzate e sulla sinistra alla base del ceppo un grande Leone, sdraiato.
Sul basamento è presente un’iscrizione con uno stralcio di un discorso tenuto nel 1860 dallo scrittore in favore di Giuseppe Garibaldi, che tanto si prodigò per l’unità d’Italia.
Nel complesso risulta una bella composizione, dove lo scrittore, si trova raffigurato in piedi su un ceppo, con il viso in una posa che fa pensare ad un momento di meditazione, la mano destra sorregge una Cetra, mentre la sinistra è in parte infilata nella giacca (posa simile a quella con la quale viene raffigurato spesso Napoleone Bonaparte), ai suoi piedi sono visibili delle catene spezzate e sulla sinistra alla base del ceppo un grande Leone, sdraiato.
Sul basamento è presente un’iscrizione con uno stralcio di un discorso tenuto nel 1860 dallo scrittore in favore di Giuseppe Garibaldi, che tanto si prodigò per l’unità d’Italia.
L’ Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, si trova all’interno del Vittoriano, ha l’importante scopo di promuovere gli studi sul risorgimento Italiano e quindi sulla Storia relativa al percorso che ha portato all’unità d’Italia e fino alla prima guerra mondiale.
Quindi ha anche il compito di amministrare l’importante Museo centrale del Risorgimento, ricco di documentazione, cimeli, statue e tante altre testimonianze, legate al periodo sopra indicato.
Quindi ha anche il compito di amministrare l’importante Museo centrale del Risorgimento, ricco di documentazione, cimeli, statue e tante altre testimonianze, legate al periodo sopra indicato.
Questa grande statua marmorea, la quale rappresenta un busto di donna, è chiamata dal popolo Madama Lucrezia, si trova nel centro storico di Roma, Rione IX (Pigna), a Piazza San Marco, in un angolo del maestoso Palazzo Venezia.
La statua è proveniente da un tempio dedicato a Iside, non è sicuro cosa rappresenti, probabilmente la stessa divinità, come elemento identificativo il nodo presente sulle vesti, all'altezza del petto.
Il nome invece deriva dalla nobildonna Lucrezia D’Alagno (XV secolo), amante del re di Napoli Alfonso V di Aragona, che si rivolse anche al Papa per far ottenere il divorzio per il Re, ma gli fu rifiutato.
Alla morte del re cadde in disgrazia e fu esiliata a Roma, nei pressi di dove oggi è posizionata la statua, da qui il nome.
Queste è l’unica donna delle sei c.d. statue parlanti di Roma, si trova in questa posizione dal XVI secolo.
NOTA: IL TEMPIO DI ISIDE
Il Tempio di Iside si trovava in corrispondenza dell’attuale Chiesa di S. Stefano del Cacco (situata nell'omonima via), e l’area interessata alle sue varie pertinenze era molto più vasta, viene considerato come il più grande e importante dedicato al culto Egiziano nella Roma antica, si presume che sia stato edificato alcuni decenni prima di Cristo e poi completamente trasformato dopo un incendio nell’80 d.C.
Fra i vari reperti archeologici di provenienza del Tempio di Iside, vi sono:
• Il colossale piede di marmo posto ora in Via di S.Stefano del Cacco
• La Gatta di Marmo, posta all’angolo della facciata del Palazzo Grazioli tra Via della Gatta e Piazza Grazioli
• Il busto di donna, conosciuto come Madama Lucrezia (una delle statue parlanti di Roma), collocato in un angolo di Piazza San Marco, (questa recensione).
• Alcuni obelischi, come quelli attualmente in Piazza della Rotonda e in Piazza della Minerva.
• Tanti altri ora sparsi in vari musei.
La statua è proveniente da un tempio dedicato a Iside, non è sicuro cosa rappresenti, probabilmente la stessa divinità, come elemento identificativo il nodo presente sulle vesti, all'altezza del petto.
Il nome invece deriva dalla nobildonna Lucrezia D’Alagno (XV secolo), amante del re di Napoli Alfonso V di Aragona, che si rivolse anche al Papa per far ottenere il divorzio per il Re, ma gli fu rifiutato.
Alla morte del re cadde in disgrazia e fu esiliata a Roma, nei pressi di dove oggi è posizionata la statua, da qui il nome.
Queste è l’unica donna delle sei c.d. statue parlanti di Roma, si trova in questa posizione dal XVI secolo.
NOTA: IL TEMPIO DI ISIDE
Il Tempio di Iside si trovava in corrispondenza dell’attuale Chiesa di S. Stefano del Cacco (situata nell'omonima via), e l’area interessata alle sue varie pertinenze era molto più vasta, viene considerato come il più grande e importante dedicato al culto Egiziano nella Roma antica, si presume che sia stato edificato alcuni decenni prima di Cristo e poi completamente trasformato dopo un incendio nell’80 d.C.
Fra i vari reperti archeologici di provenienza del Tempio di Iside, vi sono:
• Il colossale piede di marmo posto ora in Via di S.Stefano del Cacco
• La Gatta di Marmo, posta all’angolo della facciata del Palazzo Grazioli tra Via della Gatta e Piazza Grazioli
• Il busto di donna, conosciuto come Madama Lucrezia (una delle statue parlanti di Roma), collocato in un angolo di Piazza San Marco, (questa recensione).
• Alcuni obelischi, come quelli attualmente in Piazza della Rotonda e in Piazza della Minerva.
• Tanti altri ora sparsi in vari musei.