
Stefano Manzo
114 نظر در 1 مکان
Il Parco dei Daini è un giardino storico, di Villa Borghese nel Quartiere III (Pinciano) a Roma, si trova sul lato posteriore della Casina Nobile, vi si entrava dall’attuale Piazza Scipione Borghese, dove un tempo spiccava la fontana del Narciso, mentre adesso vi è quella di Venere.
Viene chiamato dei Daini, poiché fino al XIX secolo erano presenti sia i Daini che le Gazzelle e altri animali, utilizzati dai nobili per la caccia, attualmente nel Parco è possibile ammirare molti tipi di alberi diversi.
Nel 1925 nel Parco è stato costruito un grande edificio che fungeva da serbatoio dell’Acqua Marcia è presente anche la graziosa “Fontana del Sileno”.
Viene chiamato dei Daini, poiché fino al XIX secolo erano presenti sia i Daini che le Gazzelle e altri animali, utilizzati dai nobili per la caccia, attualmente nel Parco è possibile ammirare molti tipi di alberi diversi.
Nel 1925 nel Parco è stato costruito un grande edificio che fungeva da serbatoio dell’Acqua Marcia è presente anche la graziosa “Fontana del Sileno”.
Questa “Tribuna con fontana”, si trova a ridosso della collinetta e nelle vicinanze del “Tempio di Saturno” si tratta di uno dei vari edifici e manufatti i particolari che si incontrano a Villa Torlonia una delle più belle ville pubbliche di Roma, presente sulla Via Nomentana, nel Quartiere V (Nomentano).
Si tratta di un manufatto di ispirazione rinascimentale, edificato fra il 1833 – 1835 ad opera dell’architetto e pittore Giovan Battista Carretti (1803 – 1878), doveva servire come podio per l’orchestra, mentre ai lati le scalinate erano adibite a giardiniera, anche oggi sono occupate da file di vasi di azalee.
Si presenta con prospetto tripartito, mediante lesene con capitelli ionici, con le seguenti dimensioni orientative: h 7 mt, l 8 mt, p 3mt.
La parte centrale risulta avanzata e delimitata da due colonne marmoree con capitelli dorici, questa area funge da nicchia per la fontana semicircolare a fior di terra dove emerge una finta roccia sulla quale è poggiata una valva, sul prospetto è visibile una cornice che un tempo conteneva un bassorilievo.
Sulle sezioni laterali sono presenti due nicchie semicircolari con arco a tutto sesto, le quali contengono due busti (quando l’ho visitata vi era solo quello di sinistra).
Sul lato opposto è presente la facciata secondaria della tribuna, anch’essa risulta tripartita, mediante lesene con capitelli dorici ed ha le due sezioni laterali avanzate tramite una coppia di colonne, all’interno sono presenti due nicchie rettangolari vuote.
Ai lati sono presenti sue piccole scale che portano alla Tribuna.
Nella sezione centrale è presente una antica targa composita in marmo (XVII secolo) con le seguenti dimensioni h 1,4 mt e l. 2,4 mt, la parte esterna ha una semplice forma rettangolare, ai lati sono posti due significativi altorilievi che rappresentano due putti, con i piedini appoggiati sul bordo inferiore aggettante, i quali sorreggono con fatica, una targa più piccola rettangolare e sagomata, nella quale vi è una iscrizione latina sulla famiglia Torlonia.
Si tratta di un manufatto di ispirazione rinascimentale, edificato fra il 1833 – 1835 ad opera dell’architetto e pittore Giovan Battista Carretti (1803 – 1878), doveva servire come podio per l’orchestra, mentre ai lati le scalinate erano adibite a giardiniera, anche oggi sono occupate da file di vasi di azalee.
Si presenta con prospetto tripartito, mediante lesene con capitelli ionici, con le seguenti dimensioni orientative: h 7 mt, l 8 mt, p 3mt.
La parte centrale risulta avanzata e delimitata da due colonne marmoree con capitelli dorici, questa area funge da nicchia per la fontana semicircolare a fior di terra dove emerge una finta roccia sulla quale è poggiata una valva, sul prospetto è visibile una cornice che un tempo conteneva un bassorilievo.
Sulle sezioni laterali sono presenti due nicchie semicircolari con arco a tutto sesto, le quali contengono due busti (quando l’ho visitata vi era solo quello di sinistra).
Sul lato opposto è presente la facciata secondaria della tribuna, anch’essa risulta tripartita, mediante lesene con capitelli dorici ed ha le due sezioni laterali avanzate tramite una coppia di colonne, all’interno sono presenti due nicchie rettangolari vuote.
Ai lati sono presenti sue piccole scale che portano alla Tribuna.
Nella sezione centrale è presente una antica targa composita in marmo (XVII secolo) con le seguenti dimensioni h 1,4 mt e l. 2,4 mt, la parte esterna ha una semplice forma rettangolare, ai lati sono posti due significativi altorilievi che rappresentano due putti, con i piedini appoggiati sul bordo inferiore aggettante, i quali sorreggono con fatica, una targa più piccola rettangolare e sagomata, nella quale vi è una iscrizione latina sulla famiglia Torlonia.
La Chiesa San Cesareo de Appia, la quale fa parte dei beni del Parco Archeologico dell’Appia Antica, è ubicata nel centro storico di Roma, Rione XXI (San Saba), in Via di Porta di San Sebastiano (un tempo era il primo tratto della Via dell’Appia Antica) , nelle vicinanze delle suggestive Terme di Caracalla.
L’edificio venne edificato nell’VIII secolo su antichi resti preesistenti, è ancora visibile il pavimento musivo in bianco e nero del II secolo d.C., nel corso dei secoli ha subito vari restauri, l’attuale definizione è del XVII secolo.
L’edificio sviluppato su due ordini divisi da un marcapiano, è arretrato rispetto alle costruzioni poste ai suoi lati, creando così l’area per un piccolo sagrato, lo spazio consacrato davanti alla facciata, per antonomasia il luogo di accoglienza della chiesa, essedo a fior di terra non necessitano supporti per consentire la fruibilità alle persone con ridotta mobilità.
Prima del portale d’ingresso è presente un piccolo protiro con frontone triangolare, incorniciato da due colonne di granito con capitello che come nelle antiche case romane, il quale aveva la funzione decorativa e di riparo della porta d’ingresso.
L’interno si presenta con la pianta a navata unica, co sulle pareti affreschi sulla vita di San Cesareo del pittore Cavaliere Arpino, nel catino dell’abside spicca un bellissimo mosaico policromo il quale raffigura Dio Padre fra gli angeli.
Nell’insieme una bellissima Chiesa, ricca di spiritualità e di storia, con arredi significativi ad esempio l’Altare Maggiore un tempo appartenuto alla Basilica Maggiore di San Giovanni.
L’edificio venne edificato nell’VIII secolo su antichi resti preesistenti, è ancora visibile il pavimento musivo in bianco e nero del II secolo d.C., nel corso dei secoli ha subito vari restauri, l’attuale definizione è del XVII secolo.
L’edificio sviluppato su due ordini divisi da un marcapiano, è arretrato rispetto alle costruzioni poste ai suoi lati, creando così l’area per un piccolo sagrato, lo spazio consacrato davanti alla facciata, per antonomasia il luogo di accoglienza della chiesa, essedo a fior di terra non necessitano supporti per consentire la fruibilità alle persone con ridotta mobilità.
Prima del portale d’ingresso è presente un piccolo protiro con frontone triangolare, incorniciato da due colonne di granito con capitello che come nelle antiche case romane, il quale aveva la funzione decorativa e di riparo della porta d’ingresso.
L’interno si presenta con la pianta a navata unica, co sulle pareti affreschi sulla vita di San Cesareo del pittore Cavaliere Arpino, nel catino dell’abside spicca un bellissimo mosaico policromo il quale raffigura Dio Padre fra gli angeli.
Nell’insieme una bellissima Chiesa, ricca di spiritualità e di storia, con arredi significativi ad esempio l’Altare Maggiore un tempo appartenuto alla Basilica Maggiore di San Giovanni.
Il Monumento a Marco Minghetti, si trova nel centro storico di Roma, Rione VI (Parione), nella Piazza San Pantaleo.
La bella composizione ha avuto una genesi abbastanza travagliata, sia per la scelta del progetto e sia per gli anni che ci vollero per la sua realizzazione (dal 1887 il concorso al 1895 l’inaugurazione).
All’inaugurazione presenziarono il re e la regina (Umberto I e Margherita) e la moglie del grande statista.
Il monumento ha una altezza totale considerevole, 11 metri compresa la scalinata la base e la statua, alla base sono presenti una donna seduta mentre legge un libro, che rappresenta la Politica, nell’atto di governare il Popolo, rappresentato da un bambino per simboleggiarne la sua vitalità e irruenza.
Mentre la statua in bronzo alta oltre tre metri, rappresenta lo statista in età adulta, con folta barba e baffi, in piedi, elegantemente vestito anche con il soprabito, con una postura che lo coglie in un atteggiamento oratorio.
NOTA:
Marco Minghetti (1818 – 1886) ebbe il suo apice come statista, quando nel 1876, in qualità di capo del governo, ottenne per la prima volta il pareggio di bilancio dello stato Italiano
La bella composizione ha avuto una genesi abbastanza travagliata, sia per la scelta del progetto e sia per gli anni che ci vollero per la sua realizzazione (dal 1887 il concorso al 1895 l’inaugurazione).
All’inaugurazione presenziarono il re e la regina (Umberto I e Margherita) e la moglie del grande statista.
Il monumento ha una altezza totale considerevole, 11 metri compresa la scalinata la base e la statua, alla base sono presenti una donna seduta mentre legge un libro, che rappresenta la Politica, nell’atto di governare il Popolo, rappresentato da un bambino per simboleggiarne la sua vitalità e irruenza.
Mentre la statua in bronzo alta oltre tre metri, rappresenta lo statista in età adulta, con folta barba e baffi, in piedi, elegantemente vestito anche con il soprabito, con una postura che lo coglie in un atteggiamento oratorio.
NOTA:
Marco Minghetti (1818 – 1886) ebbe il suo apice come statista, quando nel 1876, in qualità di capo del governo, ottenne per la prima volta il pareggio di bilancio dello stato Italiano
Nei Musei Capitolini possiamo ammirare il Tempio di Veiove posto nel suggestivo Tabularium, un antico Palazzo di Roma che si trova sul colle del Campidoglio, la sua costruzione risale al I secolo a.C., ospitava gli archivi pubblici, è caratterizzato nella sua parte rimanente da archi, dai quali è possibile ammirare il Foro Romano.
Il Tempio venne ritrovato negli scavi archeologici avvenuti alla fine degli anni trenta del secolo scorso, era stato ricoperto nell’antichità dalla costruzione del Tabularium, infatti la sua forma è all'incirca trapezoidale e presenta una rientranza dovuta alla presenza di questo Tempio di Veiove preesistente, infatti era stato costruito all’inizio del II secolo a.C. ed era di forma rettangolare circa 15 + 9 mt.
L’edificio era posto su un podio ricoperto di travertino, aveva un pronao e vi si saliva tramite una scalinata.
Durante gli scavi, venne anche ritrovata una statua marmorea di culto acefala e senza mani e piedi, la quale raffigura una divinità maschile (forse Giove giovane), in piedi e con un mantello che la copre parzialmente, probabilmente risalente al I secolo a.C., la grande statua la possiamo ammirare nelle adiacenze.
Una visita molto interessante.
Il Tempio venne ritrovato negli scavi archeologici avvenuti alla fine degli anni trenta del secolo scorso, era stato ricoperto nell’antichità dalla costruzione del Tabularium, infatti la sua forma è all'incirca trapezoidale e presenta una rientranza dovuta alla presenza di questo Tempio di Veiove preesistente, infatti era stato costruito all’inizio del II secolo a.C. ed era di forma rettangolare circa 15 + 9 mt.
L’edificio era posto su un podio ricoperto di travertino, aveva un pronao e vi si saliva tramite una scalinata.
Durante gli scavi, venne anche ritrovata una statua marmorea di culto acefala e senza mani e piedi, la quale raffigura una divinità maschile (forse Giove giovane), in piedi e con un mantello che la copre parzialmente, probabilmente risalente al I secolo a.C., la grande statua la possiamo ammirare nelle adiacenze.
Una visita molto interessante.