انجمن راهنمایان محلی

Michele Soldovieri

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Siamo su Corso Vittorio, strada romana che consente di raggiungere velocemente Ssn Pietro da largo Torre Argentina.
Esigenze urbanistiche indussero i piemontesi, dopo la presa di Roma nel 1870, ad operare i c.d. sventramenti per aprire spazi all'altezza di quella che ora è denominata piazza della chiesa nuova.
Qui, al cospetto della chiesa della Vallicella e dell'oratorio dei filippini, è situata in posizione ribassata rispetto al piano di calpestio la fontana della terrina.
È una bizzarra fontana, con attribuzione incerta al Bernini.
Ha una storia complicata, come del resto parecchie fontane romane.
Gregorio XIII la fece erigere sulla piazza Capo de fiori, esattamente dove è adesso il monumento a Giordano Bruno; e allora il coperchio non c'era, il popolino non la chiamava terrina ma Pasticcio. I cocomeri in estate vi mettevano in fresco i bei frutti rossi e verdi e qualche volta, in festività particolari, le sue bocche davano vino invece di acqua come la fontana dei Mori a Marino durante la sagra dell'uva. La fantasia popolare ama sbrigarsi e ricamare: quasi ogni cosa a Roma diventa oggetto di leggenda o entra in una tradizione o comunque, più modestamente possiede la sua piccola storia (G. Veroni).
Oggi la fontana, pur non possedendo l'antica qualità che le conferiva quell'aura popolare nell'immaginario collettivo, se ne sta dignitosa e sussieguosa dinanzi al magnifico edificio borrominiano e alla maestosa Chiesa nuova.
Madama Lucrezia
2023 Nov 29
Donna Lucrezia se ne sta lì, senza dire una parola in un angoletto di Piazza San Marco, a pochi passi dalla omonima basilica, presso la quale un tempo ne costituiva una sorta di anfitrione. Eppure Ella, a suo tempo, ne aveva di cose da dire e le diceva in modo più elegante del suo collega Pasquino.
Certo, Ella parlava poco, al contrario di Pasquino noto per la sua verbosita' che trascinava con i suoi sberleffi i romani ad irriverenza le autorità ecclesiastiche e l nobiltà romana.
Ora che è stata dimezzata e le è stata tolta la qualità di anfitrione, Madama Lucrezia sdegnato non parla più si rifiuta di esprimere il suo pensiero e resta ferma e decisa nel suo silenzio totale.
Nel 1607 Scipione Borghese decise di incaricare Flaminio Ponzio di realizzare la nuova facciata della basilica.
Per l'esecuzione dei lavori ci vollero quattro anni.
Carlo Fontana si occupò di realizzare la cappella Albani e la bella cupola che la imoreziosisce mentre la suggestiva statua di San Fabiano è attribuita al Papaleo.
Il soffitto ligneo è stato disegnato dal Vasanzio e realizzato dal falegname romano Duranti con al centro i rilievi scolpiti tra i quali spicca il martirio di San Sebastiano e ai lati gli stemmi papali; la struttura morfologica è simile ai soffitti di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore.
Un bel tabernacolo in marmo del XV secolo attribuito a Mino da Fiesole, strutturato a cappella con lesene architrave e soffitto, al cui interno è posizionata la statua di Gesù bambino tra due angeli sopra un calice, può essere ammirato appena entrati nella basilica sulla parete sinistra.
La statua di San Sebastiano realizzata intorno al 1671 dallo scultore Giorgetti non è lontana dal modello della Sanra Cecilia di Stefano Maderno.
Il busto marmoreo del Salvator mundi, realizzato da un Bernini ormai ottantenne, può essere ammirato all'interno di una nicchia, purtroppo sotto vetro. Lo splendore del panneggio è in perfetta sintonia con l'espressione divina del volto incorniciato da una sinuosa capigliatura.
Porta San Sebastiano
2023 Oct 16
Percorriamo, stando per sicurezza sul marciapiede sinistro, una strada di grande suggestione, via di Porta san Sebastiano e siamo alla Porta che reca il nome di questo santo che avevamo già conosciuto sulle pendici del Palatino ove gli è stata dedicata una splendida chiesa. La meraviglia di questi luoghi, siamo nel rione Celio, è che, a pochi metri dalla porta San Sebastiano, ci accoglie con la sua eleganza l'arco di Druso, che poi scopriamo essere un fornice dell'acquedotto antoniniano utilizzato come controporta ad uso di corte. Superato l'arco di Druso, si eleva in tutta la sua monumentalita' la porta che immette sulla via Appia, alla quale abbiamo aggiunto l'aggettivo antica, per differenziarla dalla via di comunicazione ancor oggi utilizzata per gli spostamenti.
San Sebastiano è, senza dubbio, la più suggestiva tra le porte della città di Roma.
I secoli, nel loro corso avventuroso, hanno lasciato su di essa ricchi segni quali l'arcangelo Michele ed una iscrizione medioevale; ogni imperatore o papa l'ha fatta più bella e più salda. Le stanze interne sono oggi adibite a museo delle mura.
L'allestimento del museo è superbo. Il motto "spiegare per comprendere" è ciò che ogni visitatore vorrebbe che fosse realizzato nei musei.
Il museo degli strumenti musicali con i pannelli descrittivi posti sulle pareti di ciascuna delle sale in cui è articolato il percorso espositivo, molto chiari ed esaustivi, offre ai visitatori l'informazione per capire qualcosa di ciò che vede.
Certo, si può pensare che, se la maggior parte degli strumenti musicali in esposizione non è funzionante, la raccolta del tenore e collezionista Gerga trasformata in museo non è altro che un piccolo cimitero di clavicembalo spinetta clavicordi e verginale.
Nulla di più sbagliato poiché questi strumenti non debbono esser suonati, debbono solo far capire ai visitatori che la musica per secoli ha accompagnato l'esistenza umana sia nei momenti di gioia che in quelli di tristezza.
E poi c'è la chicca che il visitatore non può non apprezzare. D'improvviso se passa in un certo punto del percorso scatta la musica celestiale del violino o degli strumenti a fiato.
Bravi, ci tornerò nuovamente.