
Stefano Manzo
114 نظر در 1 مکان
L’Esedra arborea di Villa Sciarra, si trova immerso nella storica Villa Sciarra, non lontana dalla Casina Borghese, nel Rione XIII (Trastevere) Roma.
Il suo aspetto scenografico è dovuto alla disposizione a semicerchio delle piante di lauro, nelle quali sono state ricavate dodici nicchie dove sono state poste altrettante statue in arenaria scolpita (purtroppo molte sono danneggiate e hanno delle parti mancanti) le quali si poggiano su una base, per questa sua particolarità viene anche chiamata “l’Esedra agreste detta dei 12 mesi”.
Le statue alte circa 2 metri, come molte altre opere presenti nella villa, provengono dal parco del Castello Visconti in Lombardia, furono eseguite dallo scultore Carlo Beretta (1687-1764) nel XVIII secolo, rappresentano i dodici mesi dell’anno e sono caratterizzate con elementi del mese che vogliono rappresentare.
I mesi cominciano dalla prima statua a destra che rappresenta gennaio, fino ad arrivare, procedendo in senso antiorario, alla prima a sinistra che rappresenta dicembre, come ulteriori ornamenti sono poste alle estremità due semplici fontane circolari con il bacino a fior di terra a scogliera e un semplice zampillo d’acqua al centro.
Il suo aspetto scenografico è dovuto alla disposizione a semicerchio delle piante di lauro, nelle quali sono state ricavate dodici nicchie dove sono state poste altrettante statue in arenaria scolpita (purtroppo molte sono danneggiate e hanno delle parti mancanti) le quali si poggiano su una base, per questa sua particolarità viene anche chiamata “l’Esedra agreste detta dei 12 mesi”.
Le statue alte circa 2 metri, come molte altre opere presenti nella villa, provengono dal parco del Castello Visconti in Lombardia, furono eseguite dallo scultore Carlo Beretta (1687-1764) nel XVIII secolo, rappresentano i dodici mesi dell’anno e sono caratterizzate con elementi del mese che vogliono rappresentare.
I mesi cominciano dalla prima statua a destra che rappresenta gennaio, fino ad arrivare, procedendo in senso antiorario, alla prima a sinistra che rappresenta dicembre, come ulteriori ornamenti sono poste alle estremità due semplici fontane circolari con il bacino a fior di terra a scogliera e un semplice zampillo d’acqua al centro.
La Chiesa di San Nicola dei Prefetti si trova nel centro storico di Roma, Rione IV (Campo Marzio) in Via dei Prefetti, 36, in Roma.
L’edificio originario risale all’XII secolo, già il secolo successivo venne eseguito un importante restauro.
Nel XVIII secolo la l’edificio venne completamente riscostruito poi nel XIX secolo passa alla Confraternita del Ss. Crocifisso Agonizzante, che si occupava di dare l’assistenza spirituale alle persone morenti.
Attualmente la chiesa è gestita della Congregazione dei missionari Oblati di Maria Immacolata.
Una festa particolare viene celebrata il 9 Luglio per la festa della Mater Misericordiae.
La Facciata (1674) risulta inglobata nei due palazzi laterali, ha uno stile semplice, si presenta su un solo ordine e tripartito mediante lesene binate, su alte basi e con capitelli compositi, con al centro un monumentale portale ligneo a cassettoni incorniciato e con un frontone curvilineo, ai due lati sono posizionate delle finestrelle.
A coronamento dell’edificio un aggettante frontone composito triangolare il primo più grande è spezzato e nel timpano è posto un medaglione circolare in gesso che rappresenta il Papa San Pio V.
Entrando si accede in un lungo vestibolo, sala d'ingresso prima dell’entrata nell’edificio di culto vero e proprio.
L’interno si presenta con la pianta rettangolare con un’unica navata e due altari per lato, contenuti in nicchie poco profonde, delimitate con balaustre marmoree molto sporgenti.
Al presbiterio si accede salendo un gradino ed è delimitato da una balaustra marmorea, l’abside è quadrangolare, arricchita con lesene con righe e capitelli dorati, al centro è presente l’Altare Maggiore di marmo policromo e alle spalle nella mostra spicca su sfondo dorato la un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Alla base si trova un piccolo dipinto il quale raffigura l’immagine della Madonna conosciuta come Mater Misericordiae, che è fra quelle miracolose che nel 1796-1797 mossero gli occhi (fu posta nella chiesa nel 1854).
Il soffitto è coperto con volta a botte, riccamente decorato con al centro un grande dipinto murale che raffigura “La Gloria di San Nicola” (prima metà del XVIII secolo) del pittore romano Giacomo Triga (1674 - 1746).
A metà del lato sinistro, si trova un monumento marmoreo dedicato a Sturbinetti-Cassetti (1868), contenente la porta della Sacrestia.
Nel secondo altare di sinistra dedicato alla Madonna del Rosario si trova una statua della Madonna a grandezza naturale che tiene in braccio il Bambino Gesù, entrambi incoronati e con il viso e le mani con i colori naturali, vestiti con splendidi abiti, quello indossato dalla Madonne, con lamine d’argento e pietre dure, è appartenuto alla principessa Guendalina Borghese (1817 – 1840).
L’edificio originario risale all’XII secolo, già il secolo successivo venne eseguito un importante restauro.
Nel XVIII secolo la l’edificio venne completamente riscostruito poi nel XIX secolo passa alla Confraternita del Ss. Crocifisso Agonizzante, che si occupava di dare l’assistenza spirituale alle persone morenti.
Attualmente la chiesa è gestita della Congregazione dei missionari Oblati di Maria Immacolata.
Una festa particolare viene celebrata il 9 Luglio per la festa della Mater Misericordiae.
La Facciata (1674) risulta inglobata nei due palazzi laterali, ha uno stile semplice, si presenta su un solo ordine e tripartito mediante lesene binate, su alte basi e con capitelli compositi, con al centro un monumentale portale ligneo a cassettoni incorniciato e con un frontone curvilineo, ai due lati sono posizionate delle finestrelle.
A coronamento dell’edificio un aggettante frontone composito triangolare il primo più grande è spezzato e nel timpano è posto un medaglione circolare in gesso che rappresenta il Papa San Pio V.
Entrando si accede in un lungo vestibolo, sala d'ingresso prima dell’entrata nell’edificio di culto vero e proprio.
L’interno si presenta con la pianta rettangolare con un’unica navata e due altari per lato, contenuti in nicchie poco profonde, delimitate con balaustre marmoree molto sporgenti.
Al presbiterio si accede salendo un gradino ed è delimitato da una balaustra marmorea, l’abside è quadrangolare, arricchita con lesene con righe e capitelli dorati, al centro è presente l’Altare Maggiore di marmo policromo e alle spalle nella mostra spicca su sfondo dorato la un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Alla base si trova un piccolo dipinto il quale raffigura l’immagine della Madonna conosciuta come Mater Misericordiae, che è fra quelle miracolose che nel 1796-1797 mossero gli occhi (fu posta nella chiesa nel 1854).
Il soffitto è coperto con volta a botte, riccamente decorato con al centro un grande dipinto murale che raffigura “La Gloria di San Nicola” (prima metà del XVIII secolo) del pittore romano Giacomo Triga (1674 - 1746).
A metà del lato sinistro, si trova un monumento marmoreo dedicato a Sturbinetti-Cassetti (1868), contenente la porta della Sacrestia.
Nel secondo altare di sinistra dedicato alla Madonna del Rosario si trova una statua della Madonna a grandezza naturale che tiene in braccio il Bambino Gesù, entrambi incoronati e con il viso e le mani con i colori naturali, vestiti con splendidi abiti, quello indossato dalla Madonne, con lamine d’argento e pietre dure, è appartenuto alla principessa Guendalina Borghese (1817 – 1840).
Questo imponente Quadriportico fa parte della suggestiva Basilica di San Paolo fuori le mura, la quale si trova lungo la Via Ostiense a circa due Km dalla Piramide Cestia e quindi fuori le Mura Aureliane a Roma.
Prima di arrivare all’entrata della Basilica si accede a questo Quadriportico con giardino, progettato da Luigi Poletti nel 1868 e realizzato da Guglielmo Calderini (1837 – 1916), si presenta con 70 metri per lato, con circa 150 colonne monoblocco in marmo bianco, con capitelli corinzi, alte 10 metri.
Dalla parte dell’entrata è disposta una triplice fila di colonne, mentre ai lati due file di colonne e dalla parte del portico (facciata della Basilica) una sola fila.
Al centro come “gemma”, troneggia, in un bel giardino, la maestosa statua di S. Paolo, realizzata in marmo di Carrara, da Giuseppe Obici (n.1807 – m. 1878).
Sotto il Portico spiccano due porte:
• Porta Centrale (altezza 7,48 mt – larghezza 3,35 mt), opera del 1931 di Antonio Maraini, si presenta riccamente decorata, incorniciata e architravata, con a coronamento un frontone triangolare aperto, con nel timpano un bassorilievo il quale rappresenta San Paolo.
All’interno per ogni lato sono visibili sei suggestivi bassorilievi bronzei, dove sono rappresentate delle scene della vita di San Pietro e Paolo, mentre al centro per tutta l’altezza e la larghezza della porta spicca una croce argentea intarsiata con pietre dure.
• Porta Santa (altezza 3,71 mt – larghezza 1,82 mt), opera del 2000 dello scultore Enrico Manfrini (nato a Lugo di Romagna il 1917 morto a Milano il 2004), in essa sono rappresentate delle scene significative, fra le quali:
1. San Paolo sulla Via di Damasco
2. Il Cristo risorto
3. La Pentecoste
4. Il Pontefice e l’abate con i fedeli in preghiera
Dietro la porta è presente un Muro che viene demolito, con celebrazione solenne, in occasione di ogni anno Santo, quelli ordinari ogni 25 anni e poi ci sono quelli straordinari.
Nell’interno della Basilica in corrispondenza di questa porta è posta la bellissima “Porta Bizantina” (XI secolo), la quale da sola meriterebbe una recensione.
Prima di arrivare all’entrata della Basilica si accede a questo Quadriportico con giardino, progettato da Luigi Poletti nel 1868 e realizzato da Guglielmo Calderini (1837 – 1916), si presenta con 70 metri per lato, con circa 150 colonne monoblocco in marmo bianco, con capitelli corinzi, alte 10 metri.
Dalla parte dell’entrata è disposta una triplice fila di colonne, mentre ai lati due file di colonne e dalla parte del portico (facciata della Basilica) una sola fila.
Al centro come “gemma”, troneggia, in un bel giardino, la maestosa statua di S. Paolo, realizzata in marmo di Carrara, da Giuseppe Obici (n.1807 – m. 1878).
Sotto il Portico spiccano due porte:
• Porta Centrale (altezza 7,48 mt – larghezza 3,35 mt), opera del 1931 di Antonio Maraini, si presenta riccamente decorata, incorniciata e architravata, con a coronamento un frontone triangolare aperto, con nel timpano un bassorilievo il quale rappresenta San Paolo.
All’interno per ogni lato sono visibili sei suggestivi bassorilievi bronzei, dove sono rappresentate delle scene della vita di San Pietro e Paolo, mentre al centro per tutta l’altezza e la larghezza della porta spicca una croce argentea intarsiata con pietre dure.
• Porta Santa (altezza 3,71 mt – larghezza 1,82 mt), opera del 2000 dello scultore Enrico Manfrini (nato a Lugo di Romagna il 1917 morto a Milano il 2004), in essa sono rappresentate delle scene significative, fra le quali:
1. San Paolo sulla Via di Damasco
2. Il Cristo risorto
3. La Pentecoste
4. Il Pontefice e l’abate con i fedeli in preghiera
Dietro la porta è presente un Muro che viene demolito, con celebrazione solenne, in occasione di ogni anno Santo, quelli ordinari ogni 25 anni e poi ci sono quelli straordinari.
Nell’interno della Basilica in corrispondenza di questa porta è posta la bellissima “Porta Bizantina” (XI secolo), la quale da sola meriterebbe una recensione.
Entrando nel Castel Sant’Angelo si accede sulla destra alla Cordonata di Paolo III, fu progettata nel XVI secolo, per aumentare la protezione del Castello.
All’inizio sulla destra addossata al muro è presente una targa marmorea commemorativa (1934) con un bassorilievo bronzeo, il quale raffigura il Generale Mariano BorgattI (1853 – 1933), nella sua alta uniforme dell’esercito con tanto di onorificenze e decorazioni appuntate sul petto.
L’Iscrizione è la seguente:
AL GENERALE MARIANO
BORGATTI CHE CON PRO
FONDO STVDIO SICVRO
INTVITO E COSTANTE
AMORE RIPORTO’ LA
MOLE ADRIANA E IL
CASTELLO AGLI ANTI
CHI SPLENDORI. GLI
AMICI SI CASTEL S. AN
GELO Q.M.P. MCMXXXIX
A. XXII E.F.
Lungo la rampa si incontrano due nicchie dove sono collocati dei Busti, interessante quello che rappresenta l’imperatore Adriano.
NOTA sul Generale Mariano Borgatti:
Sotto la sua guida, sin dal 1901 furono eseguiti importanti lavori di ripristino del complesso, i quali si conclusero dal 1906.
Il suo lavoro venne molto apprezzato, quindi venne promosso generale e fu anche nominato Direttore del Museo (fu il primo).
Seguirono altri importanti lavori, relativamente ai quattro bastioni e il Giardino della Mole posto a nord del complesso e questo è il motivo della presenza di questa targa.
All’inizio sulla destra addossata al muro è presente una targa marmorea commemorativa (1934) con un bassorilievo bronzeo, il quale raffigura il Generale Mariano BorgattI (1853 – 1933), nella sua alta uniforme dell’esercito con tanto di onorificenze e decorazioni appuntate sul petto.
L’Iscrizione è la seguente:
AL GENERALE MARIANO
BORGATTI CHE CON PRO
FONDO STVDIO SICVRO
INTVITO E COSTANTE
AMORE RIPORTO’ LA
MOLE ADRIANA E IL
CASTELLO AGLI ANTI
CHI SPLENDORI. GLI
AMICI SI CASTEL S. AN
GELO Q.M.P. MCMXXXIX
A. XXII E.F.
Lungo la rampa si incontrano due nicchie dove sono collocati dei Busti, interessante quello che rappresenta l’imperatore Adriano.
NOTA sul Generale Mariano Borgatti:
Sotto la sua guida, sin dal 1901 furono eseguiti importanti lavori di ripristino del complesso, i quali si conclusero dal 1906.
Il suo lavoro venne molto apprezzato, quindi venne promosso generale e fu anche nominato Direttore del Museo (fu il primo).
Seguirono altri importanti lavori, relativamente ai quattro bastioni e il Giardino della Mole posto a nord del complesso e questo è il motivo della presenza di questa targa.
Questo Monumento che commemora lo scrittore francese Francois René de Chateaubriand si trova nel Rione IV (Campo Marzio), nel Viale della Trinità dei Monti.
L’Opera è composta da una lastra in travertino addossata sul muro e di una stele dello stesso materiale sul quale poggia il busto in marmo bianco di Carrara.
La testa ha un volto ben delineato con una capigliatura molto particolare, probabilmente figlia dell’epoca, purtroppo ha il naso parzialmente rovinato pur se restaurato.
In alto sulla stele è posta un’iscrizione con i caratteri in stampato maiuscolo di colore nero.
Il testo completo della dedica è il seguente:
F. RENÉ DE CHATEAUBRIAND
1768 1848
Il monumento è stata posto il 10 dicembre 1934 ed è stato donato da una associazione per l’amicizia fra Italia e Francia, il luogo scelto è vicino a villa Medici storica sede dell’Accademia di Francia presso la città di Roma.
Cenni Biografici:
Francois René de Chateaubriand nacque in Francia il 1768 e vi morì il 1848 è stato un grande scrittore del Romanticismo Francese e anche un importante uomo politico.
L’Opera è composta da una lastra in travertino addossata sul muro e di una stele dello stesso materiale sul quale poggia il busto in marmo bianco di Carrara.
La testa ha un volto ben delineato con una capigliatura molto particolare, probabilmente figlia dell’epoca, purtroppo ha il naso parzialmente rovinato pur se restaurato.
In alto sulla stele è posta un’iscrizione con i caratteri in stampato maiuscolo di colore nero.
Il testo completo della dedica è il seguente:
F. RENÉ DE CHATEAUBRIAND
1768 1848
Il monumento è stata posto il 10 dicembre 1934 ed è stato donato da una associazione per l’amicizia fra Italia e Francia, il luogo scelto è vicino a villa Medici storica sede dell’Accademia di Francia presso la città di Roma.
Cenni Biografici:
Francois René de Chateaubriand nacque in Francia il 1768 e vi morì il 1848 è stato un grande scrittore del Romanticismo Francese e anche un importante uomo politico.